In questo viaggio a Fuerteventura abbiamo scelto di alloggiare nell’entroterra per stare lontani dalle coste, più turistiche. Un villaggio rurale di pochi abitanti, in una casetta fatta di paglia e terra, per goderci la tranquillità e vivere i luoghi più autentici dell’isola.
Siamo a Tetir.
Spostandoci in auto abbiamo avvistato dei cammelli lungo strada: era la prima volta che vedevo dei cammelli e devo dire che ero abbastanza esaltata 🙂 Avevamo appena accostato per osservarli meglio quando il contadino Miguel ci ha fatto entrare nella sua “fattoria”, ci ha fatto conoscere e accarezzare i cammelli (che tratta come figli) raccontandoci di come lo aiutino nel duro lavoro agricolo.
Guidare attraverso quest’isola è quasi meditativo. Lunghe strade asfaltate in panorami desertici, km senza incrociare nessuno (in agosto!), costruzioni atipiche che presto diventano familiari e rappresentative.
Purtroppo una bolla di calore ha bloccato temporaneamente le nostre intenzioni escursionistiche. 45 gradi non li avevo ancora affrontati nella mia vita, quindi abbiamo cercato di gestirli restando vicini alla costa, all’acqua e al vento. Nelle foto seguenti, l’unico tentativo di avventurarci nell’entroterra. Si percepisce il calore?
Naturalmente siamo stati anche a Corralejo: una delle zone più turistiche dell’isola, ma è davvero così bella?
La zona delle dune sì, però consiglio di visitarla all’alba per vedere il sorgere del sole e godersi il posto in tranquillità.
Se cercate una zona simil-desertica ma meno turistica, andate a camminare all’Istmo de la Pared. Quando le temperature si sono abbassate ci siamo finalmente dati alle escursioni, e questa è la prima passeggiata che abbiamo fatto: al tramonto tra le dune. Spettacolare!
Un’altra bella escursione è quella al vulcano Calderòn Hondo.
Una passeggiata panoramica adatta a tutti, che porta dritto nel cratere del vulcano. Qui troverai della simpatica compagnia: capre selvagge (fauna più popolare del luogo) e scoiattolini decisamente amichevoli.
Non poteva mancare una visita a Tindaya: la Montagna Sacra
Luogo di memorie e incisioni rupestri, accessibile solo su permesso proprio per preservarne il patrimonio.
Nonostante sia un’isola e quindi ci sia una forte influenza dell’oceano e dell’elemento acqua, ho sentito profondamente il radicamento con la terra, con il suolo, con la sabbia. Ho sentito questo elemento nelle sue mille sfumature e nelle texture naturali che si creano spontaneamente.
Concludo con le ultime foto della rara vegetazione dell’isola e dei suoi paesaggi tipici di mulini e cammelli.